L’agro di Bitonto ha perso un importante pezzo di storia. L’antica Torre Ranocchia non esiste più. L’edificio, databile presumibilmente al XVII secolo – ma con primordi risalenti forse anche a due secoli prima -, a pochi chilometri dalla città, lungo un tratturo che si innesta sulla strada tra Bitonto e Palo del Colle, è oggi un cumulo di macerie. A causarne il crollo, quasi sicuramente, mano umana. In stato di degrado già da tempo, si trattava di una masseria-torre dalle origini incerte. Probabilmente fu costruita da Matteo Lombardo di Verano, arrivato a Bitonto sul finire del 1600. Dal “Catasto asburgico” del 1728 Torre Ranocchia risultava appartenere alla famiglia “Ranocchio”.
«La notizia è terribile e ancora una volta Bitonto subisce uno scempio inaccettabile – afferma il presidente Marino Pagano -. Da decenni studiamo questi casi importanti di edilizia rurale e ne invochiamo il recupero o almeno la tutela. Dobbiamo assolutamente censire questi beni in maniera capillare ed una volta per tutte, beni in realtà già conosciuti dagli esperti, tuttavia urge uno sforzo da parte di istituzioni e sodalizi. E invece, almeno al momento, niente: ogni anno contiamo distruzioni e perdite. Dovremmo pensarci alla tutela dell’esistente, anche nell’ambito urbano, quando magari invochiamo, più che comprensibilmente, cura per basamenti, torri e per quel che riaffiora da scavi e lavori nel centro cittadino e poi dimentichiamo quel che già sappiamo insistere sul nostro territorio, si pensi ai resti della fortificazione normanna, per fare solo un esempio».