A quarantacinque anni dal tragico attentato di via Fani.
Il 16 marzo del 1978, quarantacinque anni fa, veniva rapito, in via Fani a Roma, Aldo Moro, pugliese di Maglie (Le), amico della città di Bitonto. I terroristi delle Brigate Rosse uccisero senza pietà i cinque componenti della scorta del politico italiano, in quel momento presidente della Democrazia Cristiana. Si aprì trucemente una fase estremamente drammatica per la democrazia italiana, culminata nel ritrovamento del corpo di Moro, il 9 maggio, sempre a Roma, in via Caetani. Aldo Moro, assieme alla città di Bitonto, è stato amico anche del Centro Ricerche di Storia e Arte-Bitonto, partecipando negli anni Settanta anche a qualche iniziativa del nostro sodalizio. Per la nota sensibilità ai temi culturali del politico pugliese, il Centro Ricerche lo nominò suo socio onorario. Di questo abbiamo testimonianza e memoria.
Moro fu vicinissimo al vescovo della diocesi di Ruvo-Bitonto Aurelio Marena (1893-1983), a sua volta una sorta di ‘padre nobile’ dello stesso Centro Ricerche ed incoraggiatore dei soci fondatori dell’associazione nel lontano 1968. Quello di Moro, al suo atto finale, fu un dramma profondamente disumano. Intendiamo ricordare lo statista pugliese come cittadini attenti allo studio ed alla memoria della storia d’Italia, della Puglia e di Bitonto. Ecco il politico in un suo gesto di saluto proprio al vescovo Marena, in occasione della inaugurazione dell’Ina Casa a Bitonto: un momento della sua “meridionalità” intesa come tratto caratteristico della sua formazione, del suo pensiero e della sua opera. Aldo Moro, la cui opera politica ha dimensioni indiscutibili nazionali e internazionali, è stato soprattutto un figlio del Sud. Egli, con la sua profonda spiritualità, la sua cultura, il suo senso della storia, rimane ancora un punto di orientamento sicuro.