Venerdì 14 luglio, alle 18.30 nel Teatro Traetta, Emanuele Cazzolla presenterà il suo ultimo libro “Francesco Speranza. Pittore del Novecento“, edito da Claudio Grenzi Editore.
Il volume propone la prima biografia completa del pittore bitontino con l’analisi delle sue opere, che hanno il dono di mettere d’accordo tutti e di piacere sia ai puristi sia a coloro adusi a storcere il naso di fronte alle espressioni figurative.
«Ritrovarsi intorno alle sue opere tonifica lo spirito per forza d’inerzia. Esse introducono un colloquio con discrezione e piano piano lo trasferiscono dal livello reale a quello fiabesco e metafisico, senza infingimenti – scrive l’autore -. Speranza abbatte le barriere fra conservatori e progressisti dell’arte seducendo sia gli uni che gli altri. Prende per mano l’osservatore, quale che sia, e lo accompagna verso la dimensione del sogno. Uno dei segreti che determinano tale unanimità di consensi sta nel fatto che le sue opere trasmettono schiettezza e verità; per cui l’osservatore percepisce che, alla apparente semplicità di una facile fruizione consentita a tutti, è sotteso un raffinato magistero artistico e una profondità di pensiero».
Secondo Cazzolla, per il pittore vale l’aforisma di Tolstoj quando scrive: «L’arte è un’attività umana che possiede come fine la trasmissione alle altre persone dei più alti e migliori sentimenti a cui gli uomini siano mai arrivati».
Il Centro Ricerche non poteva mancare a questo importante appuntamento, organizzato in collaborazione con il Comune di Bitonto.
Non si contano, infatti, i saggi su Francesco Speranza pubblicati nei decenni scorsi su Studi Bitontini. Idem dicasi per mostre, appuntamenti ed approfondimenti dedicati all’artista da parte del sodalizio: «Un legame indissolubile per un pittore che ha, con discrezione e luce, effigiato le icone storiche e materiche di Bitonto fino a diventare egli stesso un’icona, del ‘900 e non solo. Un simbolo di narrazione, amore, ancora luce».
Oltre all’autore, interverranno, il sindaco Francesco Paolo Ricci, il professor Rocco Berardi, a proposito del “Credo” pittorico di Speranza, l’architetto Domenico Fioriello sui luoghi di Speranza a Bitonto. Modererà Marino Pagano, giornalista e presidente del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto.
SINOSSI
Francesco Speranza (Bitonto, 1902 – Santo Spirito, 1984), di cui si propone qui la prima biografia completa con l’analisi delle sue opere, mette d’accordo tutti. La sua pittura ha il dono di piacere sia ai puristi che a coloro adusi a storcere il naso di fronte alle espressioni figurative. Ritrovarsi intorno alle sue opere tonifica lo spirito per forza d’inerzia. Esse introducono un colloquio con discrezione e piano piano lo trasferiscono dal livello reale a quello fiabesco e metafisico, senza infingimenti.
Vale per lui l’aforisma di Tolstoj quando scrive: «L’arte è un’attività umana che possiede come fine la trasmissione alle altre persone dei più alti e migliori sentimenti a cui gli uomini siano mai arrivati».
Lui abbatte le barriere fra conservatori e progressisti dell’arte seducendo sia gli uni che gli altri. Prende per mano l’osservatore, quale che sia, e lo accompagna verso la dimensione del sogno.
Uno dei segreti che determinano tale unanimità di consensi sta nel fatto che le sue opere trasmettono schiettezza e verità. Per cui l’osservatore percepisce che, alla apparente semplicità di una facile fruizione consentita a tutti, è sotteso un raffinato magistero artistico e una profondità di pensiero.