Ieri pomeriggio, dalle 18.30, dalla Sala degli specchi di Palazzo Gentile, all’improvviso si sente riecheggiare una delle più canzoni di Lucio Battisti, “Un’avventura”. E non a caso, perché c’era da festeggiare un compleanno particolare. Quella di un’avventura, appunto. Che, però, non è stata soltanto una primavera, o una stella che al mattino se ne va. Ma quello del Centro ricerche di storia e arte bitontina che da 50 anni esatti è on the road sulle strade della memoria, della ricerca e della conoscenza dell’immenso patrimonio della nostra città.
E si promette di voler camminare ancora a lungo. Anche con la bellezza, come recita l’opuscolo preparato dal Centro per l’occasione.
Tutto ha inizio il 2 settembre 1968, l’anno della contestazione giovanile, delle proteste studentesche e dell’immaginazione di potere. Un gruppo di giovani bitontini, assetati di conoscenza – il maggior corno della fiamma antica, avrebbe detto Dante Alighieri – si ritrova, davanti al sindaco dell’epoca, Francesco Gesualdo, guarda caso nella stessa sala di ieri – per costituire il Centro ricerche. Erano Nicolasante Cariello, Pasquale Cazzolla, Domenico Bisceglie, Mario Moretti, Gaetano Muschitiello, Antonio Castellano (promotore dell’iniziativa), Michele Noviello, Antonio Rienzo, Stefano Milillo (ne sarà il primo presidente, e lo è anche oggi), Gianna Sammati, Pasqualina Vacca, Francesco Paolo Palmieri.
Il perché? “In Bitonto – si legge nel primo verbale redatto – si sente la viva necessità di un Centro per la ricerca di reperti antichi, e lo studio e la valorizzazione del patrimonio culturale cittadino”.
Da allora, tanti nomi, volti, soci, amici, passioni, lotte, vittorie (tante), sconfitte (poche), sedi cambiate. La primissima è stata la chiesa di san Rocco – progetti realizzati e conquiste conseguite. Solo per amore della città.
E ieri pomeriggio, nel celebrare i 50 anni, si è sentito questo profumo di amacord ma anche della voglia, intatta e sempre ardente, di continuare a galloppare per altri anni ancora. Anche per ricordare degnamente chi ha dato il proprio contributo in vita e che adesso lo darà da lassù come Mario Moretti, scomparso un mese e mezzo fa (“Grazie per aver regalato agli amici dei tuoi figli, anche se da lontano, sempre un sorriso. Era anche quello la tua arte”, lo ricorda, così, per esempio, il dott. Nicola Bellezza, figlio del preside Francesco), e nominato più volte nel corso dell’evento.
UN ORGOGLIO PER LA CITTA’
A moderare Marino Pagano, giornalista e direttore di “Studi bitontini”, una creatura figlia proprio del Centro ricerche che di anni ne ha ben 49. Per Pagano il Centro attualmente sito nella chiesa di san Giorgio è un unicum in tutta la Regione e non solo. Un orgoglio per la città, animato sempre dal grande entusiasmo di chi ne fa (concretamente) parte.
Secondo il sindaco Michele Abbaticchio è stato significativo e importante che il Centro abbia voluto festeggiare le nozze d’oro con la città nella casa comunale. Laddove tutto ha avuto lo start. E poi via alla consegna di una targa.
A prendere la parola, alcuni di quelli che hanno avuto oneri e onori nel guidare il Centro. In primis Stefano Milillo, il primo (dal 1968 al 1970, 1978-1979, dal 1988 al 1993, e dal 2016 a oggi). Oltre a ricordare più di qualche nome e figura significativa, ha spiegato che il Centro ha sempre fatto politica pur restando fuori dai partiti. Il segreto è il non essersi mai autocelebrati per i risultati ottenuti.
Poi Nicola Pice, anche lui presidente a più riprese (1994-1998 e dal 2010-2015), che ha focalizzato l’attenzione sui risultati ottenuti sulla chiesa di san Francesco d’Assisi ma non solo, con la convinzione che “non ci si è mai vantati per quello che si è fatto”.
E quindi Michele Ruggiero (1982-’83), Silvio Custode Fioriello (1999-2000), Giuseppe Paciullo (biennio 2001-2002), Chiara Cannito (2008-2009), che si è domandata cosa può fare il Centro per attirare le nuove generazioni e affrontare le sfide della modernità.
Significative anche le parole di Gianna Sammati, uno dei membri di quel gruppo di giovani di 50 anni fa, e Carmela Minenna, storica tesserata e collaboratrice.