Il 14 febbraio è la festa di San Valentino di Terni (III-IV secolo), festa degli innamorati. A Bitonto abbiamo la bellissima e particolare chiesa benedettina di San Valentino ed anche l’antica cattedrale recava il nome di Valentino come santo dedicatario. Ma il nostro non è il santo umbro, piuttosto è un suo omonimo viterbese che una Passio dell’VIII secolo data allo stesso periodo del ternano (III-IV secolo).
Il culto del santo viterbese, secondo la tradizione, è stato portato a Bitonto dal vescovo Guglielmo, originario della stessa terra.
Ecco qualche nota storica
Intorno ai primi decenni del secolo VIII ecco apparire nella storiografia locale la figura di Guglielmo da Viterbo. Serviva tale nome a giustificare la presenza della reliquia di san Valentino e la dedicazione della cattedrale a tale Santo? Ma quale cattedrale? Forse una delle edizioni di quelle più antiche rinvenute durante i lavori di scavo recenti al di sotto del livello attuale? Il culto di S. Valentino non fu comunque peregrino a Bitonto se certamente fu dedicata una chiesa ancora esistente al suo nome nel pieno Medioevo e lo stesso Capitolo cattedrale si è fregiato sempre del suo patrocinio facendolo coincidere spesso con quello dedicatario della cattedrale.
Guglielmo da Viterbo avrebbe retto la diocesi bitontina sino al 735.
Il De Simone mette in discussione l’esistenza del vescovo Guglielmo che, invece, è sostenuta dal Martucci il quale aggiunge che fu proprio Guglielmo a fondare la cattedrale e dedicarla a S. Valentino. La sua tesi, che sarebbe stata sostenuta dal Chronicon cassinese di Leo Ostiense, secondo il De Simone non trova conferme. Tale vescovo è ricordato nella Cronologia capitolare; in una relazione del vescovo Della Gatta del 1728 e dal Castellano è considerato come primo vescovo di Bitonto. Il succitato vescovo, anzi, nella Relatio ad limina del 1728, afferma testualmente “non extat documentum quo tempore ecclesia haec erecta fuerit in cathedralem, solum antiquae quaedam inscriptiones evincunt Cathedralem de anno 715 sub Guglielmo Viterbiensi qui primus inter antistites recensetur”. La relazione fa riferimento ad “alcune antiche iscrizioni”: “Aiunt quoque ab eodem Guilielmo, titulo Assumptionis B.V.M. dedicatam fuisse Ecclesiam Cathedralem“.
Qui il tradizionale legame tra Guglielmo e san Valentino, come patrono della Cattedrale, si confonde con la dedicazione all’Assunta
A margine del riferimento a Guglielmo, poniamo un interrogativo su un monogramma inciso su un concio absidale esterno della cattedrale. Il concio, attraversato da una croce, è segnato dal nome “Domino Gugliemo de Tipaldis”. Chi sia tale Guglielmo, per ora non si sa nulla, non vogliamo legarlo necessariamente a Guglielmo da Viterbo; forse un’analisi epigrafica almeno definirebbe meglio la datazione della iscrizione.
I libri degli stemmi dei vescovi riportano il seguente testo: “Guglielmus Viterbiens. primus Bituntinus episcopus a quo dedicatam fuisse Eccl. S. Valentini Mart. In Oppido Apul. Bitunti, ut habetur in Cronica antiqua maior Cassinen. Ann. 715“.