Il grande san Filippo Neri (1515-1595) fu canonizzato nel 1622, esattamente 400 anni fa. Si è trattato di un anniversario che abbiamo inteso ricordare. A lui, infatti, per decisione del Consiglio Direttivo, è stata dedicata la tessera associativa dell’anno in corso, con immagine a cura di Pierfrancesco Uva.
Questa nostra attenzione nei confronti del santo nasce dalla venerazione che nei secoli egli ha riscosso a Bitonto. Ma la ricorrenza è anche l’occasione per invocare il restauro di una pregevole scultura lignea del santo, raffigurata, appunto, nella tessera del Centro Ricerche.
Risalente al XVII secolo, era una volta custodita nell’antica chiesa di San Pietro in Vincoli, luogo di culto di riferimento per la confraternita. Oggi ha sede nel Museo Diocesano.
Ecco, dunque, l’urgenza del restauro della statua, un intervento che si spera possa ridonare l’antico splendore ad un manufatto legato all’anima popolare della città. La statua, ridipinta a suo tempo, presenta evidenti segni di degrado perché attaccata da insetti xilofagi.
Il Centro Ricerche, tramite apposita interlocuzione con l’arcidiocesi di Bari-Bitonto, ha avviato le procedure necessarie per dar seguito all’iniziativa, con tanto di preventivo elaborato dalla dott.ssa Rosanna Guglielmi.
Importante anche la nostra collaborazione con la confraternita stessa, di sicuro sensibile all’iniziativa. L’importo totale dell’intervento è di circa 6000 €. Per questo motivo il Centro Ricerche ha avviato una sottoscrizione cui si può contribuire, indicando nella casuale “Contributo restauro statua san Filippo Neri”, utilizzando il riferimento Iban IT51B0306941384100000010319.
DESCRIZIONE
La scultura lignea policroma raffigurante “San Filippo Neri”, di ottima fattura è ascrivibile al XVII secolo, eseguita da ignoto scultore di ambito meridionale ed è custodita nei depositi della nuova sede del Museo Diocesano di Bitonto.
Il pregevole manufatto versa in pessimo stato di conservazione. Necessita di restauro urgentissimo a causa di infestazione del legno di supporto da parte di insetti xilofagi che ha indebolito le proprietà meccaniche della essenza legnosa (tiglio).
Lo stato di conservazione della superficie pittorica è pessimo. Il colore originale della veste è ricoperto con una ridipintura ad olio piuttosto spessa di colore nero. Ma da alcuni saggi si intravede una pregevole veste interessata da doratura a foglia oro. Sono presenti alcune cadute di colore di media entità e diffusi sollevamenti della preparazione e del colore, per cui la superficie pittorica risulta decoesa al supporto ed in pericolo di caduta. Sono presenti polveri e sporco di natura grassa e tali depositi superficiali appesantiscono la lettura dei preziosismi pittorici messi in atto dall’autore. Anche l’incarnato della scultura è interessato da cadute di colore e preparazione di modesta entità, fori di sfarfallamento dei tarli, sporco di natura grassa e depositi superficiali incoerenti. La mano sinistra è mancante della falange dell’anulare e lo stesso è conservato ai piedi della statua.