Sezione dedicata a curiosità e note storiche su personaggi, luoghi, monumenti e tanto altro. Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto
pergamene planelli
Centro Ricerche

Le pergamene Planelli studiate e pubblicate dal Centro Ricerche

Il Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto presenterà, venerdì 16 febbraio, alle 17.30, nella Sala degli Specchi di Palazzo di Città, il tredicesimo volume della sua storica collana “Il Grifo“, dedicato alle pergamene Planelli, regestate dallo storico Eustachio Rogadeo (1855-1920) e rimaste a lungo inedite. Si tratta di ben 280 pergamene, datate dal 1214 al 1802, trascritte, commentate e corredate con note ed indici. A presentare il volume sarà lo storico Pasquale Cordasco, docente dell’Università degli Studi di Bari, che dialogherà con i curatori Stefano Milillo, docente ed ex presidente del Centro Ricerche, e Cecilia Minenna, esperta di storia dell’arte. Introdurrà Marino Pagano, presidente del sodalizio, con i saluti di Francesco Paolo Ricci, sindaco di Bitonto. I documenti, che meritavano da tempo uno studio attento e filologicamente accurato, raccontano la vita sociale, politica e amministrativa di Bitonto oltre che degli stretti rapporti commerciali e culturali con altre città della Puglia. La pubblicazione offre, inoltre, un confronto tra la realtà locale e quella delle città limitrofe e dell’intera regione e fornisce un interessante spazio storico e documentale destinato a colmare un vuoto che Bitonto presenta nell’ambito della pubblicazione delle fonti documentarie. Un lavoro che, dunque, contribuisce ad allineare la città ad altre realtà della Puglia che hanno promosso la divulgazione delle fonti della propria storia cittadina, a cominciare proprio dal materiale pergamenaceo. Lo studio appare, per le edizioni Edipuglia, nella collana Il Grifo, voluta e curata dal Centro Ricerche e nata, qualche decennio fa, per volontà di Felice Moretti e Franco Cardini.

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studi Bitontini
Centro Ricerche

Studi Bitontini 113-114. Anno 2022

  Numero 113-114 della rivista Studi Bitontini, espressione del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto. Saggi Nella sezione Saggi  di questo numero di Studi Bitontini, Sabrina Centonze, Natalie Iacopino, Sofia Schiattone, Eleonora Gioventù raccontano La scultura a incrostazione di mastice di Santa Maria la Nova a Matera: i riscontri del restauro e i dati preliminari dell’analisi scientifica. Vito Ricci descrive La chiesa di San Giovanni gerosolimitano a Bitonto (secc. XV-XVIII), mentre Carmela Minenna ricorda Le colonie estive tra tempo libero e profilassi. La proposta sociosanitaria di Bitonto Documenti e Discussioni La sezione Documenti e Discussione si apre con un contributo di Maria Luigia Dambrosio, Silvio Custode Fioriello, Anna Mangiatordi, Giuseppe Schiavariello, dal titolo “Due libri per un territorio, una discussione per due contesti: archeologia dei paesaggi nella Murgia apulo-lucana”. Angela Diceglie racconta il tema L’urbanistica del Baliaggio di Santo Stefano a Fasano tra XV e XVIII secolo. Palazzi e case ‘alla fasanese’. Michele Ruggiero parla della paternità del carme Ambulatio Gregoriana, mentre Adriano Morea del nome di Tommaso Tra(j)etta. Marilena Porfido è autrice di Il ‘Mu.Ne. – Museo diffuso dei luoghi di Francesco Netti’. Dal ‘lockdown’ alla progettazione di percorsi di valorizzazione del patrimonio culturale. Chiude Rocco Berardi sul misticismo di Francesco Speranza.

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pignatta
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La pignatta

 Nome in dialetto: pegnèute Nome tecnico: pignatta Descrizione: pentola di terracotta di forma panciuta con fondo piatto e alto collo munito di uno o due manici anch’essi di terracotta (20×10 cm. c.a). Attestata in dimensioni più ridotte con la denominazione di pegnatìdde, la pignatta è completamente smaltata all’interno per assicurarne l’impermeabilità e solo parzialmente all’esterno. Uso: trova largo impiego per la cottura di legumi. È il simbolo del focolare domestico, icona di una civiltà contadina che si nutre dei frutti della terra e che dalla terra trae non solo nutrimento, ma anche i cardini del proprio credo esistenziale. La pignatta è sostanza e profumo. È la sostanza di una comunità che attinge le sue risorse dal duro lavoro nei campi. È il profumo che si sprigiona nel tardo pomeriggio d’inverno quando, al rientro dalla raccolta delle olive, la seduzione olfattiva della fagiolata nella pignatta saluta il contadino di ritorno dagli uliveti. Proverbi e modi di dire U addàure de la pegnèute u sèupe la checchièure (Il profumo della pignatta lo conosce il cucchiaio). Il proverbio attinge al lessico specialistico del corredo domestico per chiarire che le problematiche di un nucleo familiare o di un qualsiasi sistema comunitario possono essere conosciute a fondo solo da chi ne è parte integrante. A cècere a cècere se jègne la pegnèute (A cece a cece si riempie la pignatta). Il modo di dire è ispirato alla sapienza culinaria che abbina ai ceci la cottura nella pignatta. Diventa anche metafora di un’azione graduale e metodica che consente il conseguimento degli obiettivi prefissati. Nge chendèute re fèufe jnde a la pegnèute (Le ha contato le fave nella pignatta). È il detto-denuncia a carico di un uomo avaro che, in virtù di una incancrenita spilorceria, lascia pochi spazi di libertà e di gestione domestica alla sua donna. La sua opprimente azione di controllo investe persino la dimensione, tutta femminile, della cucina e della cottura delle fave. Tra le leguminose, la fava è la protagonista della tavola contadina: è gustata nella versione delle fave crapièute, cotte senza togliere il nasello, e cattescèute, ridotte a poltiglia col cucchiaio di legno perché poco cottoie. E sono consigliate dalla demoiatria alle neomamme perché favorirebbero la produzione di latte, sicché molti neonati sono allattati – si diceva – cu làtte de re fèufe. Je na pegnèute (È una pignatta) È l’epiteto poco gradito, affibbiato ad una donna dalle rotondità generose nei punti sbagliati. Il noto contenitore in terracotta dalla forma arrotondata nella parte inferiore metaforizza qui una donna non slanciata e con i fianchi piuttosto larghi. Curiosità Il gioco della pignatta è un evento ludico-ricreativo tipico del periodo postcarnascialesco. L’appuntamento, fissato per la prima domenica di Quaresima, coinvolge uomini e donne perché prevede una pignatta per gli uni ed una per le altre. L’evento consiste nel creare una pignatta di cartapesta ricolma di coriandoli, stelle filanti, ceci e dolciumi. A volte, per la sorpresa degli invitati, la pignatta può contenere un coniglio o persino un volatile. Sta poi alla destrezza del più abile colpire, a occhi bendati, la pignatta con un bastone. A questo punto è assicurata una pioggia di dolciumi, biscotti e cioccolatini!   La pignatta ed altri testimoni della ‘Memoria’ vi aspettano al museo in via Santi Medici 7. (per informazioni e appuntamenti: tel. 080/3745206, mail: info@centroricerchebitonto.com, web: www.centroricerchebitonto.com)   Carmela Minenna

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Torre
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TORRE SANT’AGOSTINO. SALVIAMO LE TANTE EMERGENZE DELLA NOSTRA STORIA

L’epilogo -più che prevedibile- della copertura di quanto emerso dai lavori per la riqualificazione di piazza XX Settembre a Bitonto non è di sicuro una buona notizia. Il Centro Ricerche di Storia e Arte-Bitonto però vuole cogliere nell’epilogo anche un apologo, un piccolo ma importante insegnamento, di certo amaro. Sarebbe stato di sicuro meglio studiare -già preventivamente, perché è questo il punto dirimente di questo e di altri casi- tutte le possibilità per cui la torre potesse essere consegnata al civico godimento visivo ed estetico, così come ci auguriamo che qualcosa di stabile possa esser lì lasciato a testimonianza di un passato che non potrà non interrogarci. Un pannello, una iscrizione, almeno, così da non ripetere quanto tristemente accaduto in altri episodi, quando non è rimasta una traccia visibile direttamente sui luoghi interessati da lavori e scavi. La torre apparteneva ed appartiene, però, al già -arbitrariamente, può darsi- nascosto, al sotterrato, poi riapparso ed ora di nuovo chiuso, chiuso a tutti. Ma quanto abbiamo di già ’emergente’, perché ’emerge’ dal passato e poi costituisce ‘un’emergenza’ di recupero, cura e tutela? La fortificazione bitontina storica, tra l’altro, non si esaurisce certo lì. E la torre normanna, appena lì vicino, in stato critico? Così come più che vicino, sulla stessa piazza, è il convento di Sant’Agostino. E le chiese del centro storico, da San Giovanni alle Mura a San Paolo a Sant’Andrea? E le strutture architettoniche del vasto agro bitontino? Come si vede, tante e diverse le realtà che meritano attenzione costante e non episodica o solo ’emotiva’. Proprio qualche settimana fa siamo duramente intervenuti sul caso di Torre Ranocchia. Ma su tutte queste faccende -a partire dalla stessa evenienza oggetto di queste nostre parole- urge una politica culturale di setaccio del territorio, urbano e non urbano, così da prevenire determinate conseguenze. Il punto è che dovremmo pensare con indignazione non solo a quel che ora si copre o ricopre ma a quel che rischia di crollare o di finire malamente nell’incuria. Questa vicenda ci insegna principalmente questo. La storia nascosta non è solo quella celata ma è -forse soprattutto- quella dimenticata, anche quando tutti possiamo apparentemente vederla sotto i nostri occhi, in realtà ignorandola. Non possiamo pensare alla storia solo dopo che crolla o la si sotterra. Dove siamo tutti prima?

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don alberto battaglia
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IL CENTRO RICERCHE RICORDA DON ALBERTO BATTAGLIA

Il Centro Ricerche di Storia e Arte-Bitonto ricorda con affetto religioso e civile la grande figura di don Alberto Battaglia (1921-2024). Un pensiero profondo per un uomo illuminato: dalla sua fede, dalla sua semplicità, dalla sua autenticità. Nella città a volte in preda allo smarrimento, la sua testimonianza ci auguriamo sia sempre esempio radioso e dunque di necessaria luce.

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orchestra
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Il Centro Ricerche saluta il 2024 con la Grande Orchestra Italiana

Ritorna una delle storiche tradizioni del Centro Ricerche di Storia e Arte – Bitonto: il concerto dell’anno nuovo. Il 7 gennaio, alle 19,30, nella chiesa di San Domenico, si esibirà la Grande Orchestra Italiana, diretta dal maestro Simone Mezzapesa, con un concerto che unirà le emozioni della musica sacra alla magia delle canzoni tipiche delle festività natalizie, senza dimenticare le più belle arie laiche e popolari. Non mancherà l’omaggio a grandi maestri come Ennio Morricone, con le colonne sonore di capolavori quali Mission, Nuovo Cinema Paradiso e ad altri autori come Nicola Piovani, autore della colonna sonora del film “La vita è bella”. Sarà un momento di auspicio per un proficuo cammino della vita culturale cittadina per questo anno appena iniziato. Risalgono al 1985 i primordi della Grande Orchestra Italiana, costituita da venti elementi (cinque sassofonisti, cinque trombe, quattro tromboni e una sezione ritmica). Vanta, tra le sue esperienze artistiche, numerosi lavori fra cui molti musical e diverse collaborazioni con i più importanti teatri d’Italia. Introdurranno la serata del 7 gennaio don Marino Cutrone, parroco della Cattedrale di Bitonto e responsabile anche per San Domenico; Marino Pagano, presidente del Centro Ricerche di Storia e Arte; Francesco Paolo Ricci, sindaco di Bitonto.  

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